ANDREA ARMAGNI

1992.

HO SCRITTO

Scrivere per esplorare: il senso dei miei appunti

FINZIONI PLANIMETRICHE
Planimetrie come viaggi/spazi rappresentati sulla tela con pittura leggera, senza spessore.
Viaggi indicatori di un percorso mentale personale.
Viaggi fantasiosi senza mete o con una sola meta intima in ognuno di noi.
Viaggi cromatici in spazi liberi, avvolti in atmosfere delicate e gioiose.
Viaggi finiti e qualche volta infiniti.

ANALISI DEL PERCHE’ DIPINGO, PARALLELAMENTE AL MIO TEMPO.

1993.

PAESAGGI MENTALI
Sono la rappresentazione visiva del mio pensiero. Una ricerca in armonia con il ritmo della vita.
Fluidi di colore affiancati ad altri colori che in tempi rapidi si mescolano con altri colori.
Ogni tonalità subisce espressione diversa per merito della forma e della dinamica dei liquidi versati.

1994.

INTIME ASSOCIAZIONI
Per me viene prima la forma e poi il colore. I colori tutti hanno gli stessi valori di forza cromatica.
Ho realizzato il ciclo “Intime associazioni” in tre periodi:

  • luglio 1993: le forme si presentano timide
  • ottobre 1993: le forme acquistano aggressività
  • dicembre 1993: le forme si prendono libertà con ironia

In totale 17 opere su carta dove le forme si frequentano, si toccano, si annusano, si corteggiano e a volte si lasciano


IN GRADO DI VEDERE
Il titolo si riferisce a un lavoro pittorico che nel tempo muta le sue condizioni di visibilità.
Rappresenta la visualizzazione di due occhi: uno folle, l’altro lucido. L’occhio folle di sinistra col tempo
scolorisce come un indicatore di peggioramento della vista. Questa mutazione dovuta al tempo
significa dare al quadro una realtà di vita.

IO CREDO CHE UN FILO D'ERBA NON SIA NIENTE MENO CHE LA STRUTTURA PORTANTE DELLE STELLE.
W. Whitman

1995.

Riprendiamoci la natura perché è arte, ma come? Evidenziando solo quello che si vuole rappresentare iper- dimensionando quei fenomeni naturali così importanti e altrettanto silenziosi. Silenziosi come un germoglio che sbuca dalla terra.

2001.

CONSIDERAZIONI SU CIO’ CHE HO REALIZZATO FINO AD OGGI
Nel voltarmi indietro ho constatato che non mi sono lasciato incastrare nella comodità del mio già fatto. Questa considerazione è relativa alla nuova pittura che ho chiamato “Oggetti di uso quotidiano”. Un lavoro con tecnica mista su legno ad intarsio. Come ho scritto, mi manca la forza di sedermi sul passato.

2004.

ECONOMIA DELL’ARTE/ECONOMIA DELL’ESPRESSIONE

2005.

STORIA DELLA BELLEZZA/DIALOGO SULLA BELLEZZA
Accademia Albertina di Belle Arti, corso di storia dell’arte del prof. G. Auneddu
Incontro con Andrea Armagni, 20 aprile 2005

2012.

METTERSI IN RAPPORTO CON “OGGETTI DI USO QUOTIDIANO” 11 ANNI DOPO
Ci sono due modi per stabilire un rapporto con gli oggetti nel mondo quotidiano

  • Il primo considerarli degli antagonisti
  • Il secondo avere per loro una passione, utilizzandoli per comodità e praticità provando piacevole sensazione per le loro forme.

Questa cultura quotidiana dell’uso dell’oggetto si interroga su come l’uomo costruisce le cose e su come si svolge il rapporto fra l’essere umano e l’oggetto. La mia scelta è abbinarli costruendo forze espressive e esaltando le forme in relazione tra loro.